Da quando in Italia è iniziata la fase 2 della pandemia da Covid-19, per disposizione delle autorità, le mascherine sono diventate obbligatorie nella stragrande maggioranza delle situazioni che passiamo fuori casa. Ormai, questi dispositivi rientrano a tutti gli effetti tra gli oggetti della nostra quotidianità e, con una certa sicurezza, possiamo affermare che lo saranno ancora per molto tempo.
Proprio per questo motivo, e per il fatto che rappresentano una soluzione efficace per proteggersi, occorre conoscerne bene il funzionamento. In questa guida su mascherine e Coronavirus illustriamo i diversi modelli in commercio, scopriamo quali sono quelli più efficaci per ridurre il rischio di contagio e diamo alcuni consigli per un utilizzo corretto.
Mascherine e Coronavirus
Nonostante la confusione iniziale, da quando è iniziata la pandemia da Covid-19 abbiamo imparato a distinguere le diverse tipologie di mascherine presenti in commercio.
Quelle più comuni, che siamo abituati a vedere sul volto di medici, infermieri e dentisti, sono le mascherine chirurgiche, efficaci per proteggere gli altri ma non chi le indossa. Diverso è il caso dei dispositivi di protezione individuali FFP1, FFP2 e FFP3, usati soprattutto in ambito sanitario durante l’emergenza del Coronavirus, che possono garantire livelli di protezione molto alti. Vediamo in cosa si differenziano e come si utilizzano.
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Mascherine chirurgiche
Le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici utilizzati dal personale sanitario non tanto per garantire protezione a chi le indossa quanto per proteggere i pazienti e l’ambiente ospedaliero da eventuali trasmissioni di infezioni. Queste mascherine costituiscono una barriera contro goccioline di saliva e altri fluidi, garantendo una buona protezione contro eventuali microrganismi nocivi in uscita. Tuttavia, non possiedono un filtro che eviti a virus, batteri e altri microrganismi nocivi di venire a contatto con le vie aeree di chi le porta.
Di solito, le mascherine chirurgiche sono monouso e vanno quindi gettate dopo il primo utilizzo e, in generale, indossate per non più di qualche ora.
Dispositivi di protezione individuale
I dispositivi di protezione individuale, chiamati anche filtranti facciali o maschere respiratorie, proteggono chi li indossa dall’ingresso nelle vie aeree di virus e altre particelle nocive presenti nell’aria.
La principale differenza con le mascherine chirurgiche consiste nella capacità filtrante che questi dispositivi possiedono e sulla base della quale sono classificati in FFP1, FFP2 e FFP3. Le maschere FFP1 raggiungono una potenza filtrante del 78%, le mascherine FFP2 del 95% e le mascherine FFP3 del 99%.
Riuscendo a bloccare il passaggio di fibre, particelle e polveri dalle dimensioni davvero infinitesimali e che viaggiano per trasmissione aerea, si definiscono come i dispositivi in grado di contrastare nel modo più efficace la diffusione del Coronavirus.
Anche in questo caso, nella stragrande maggioranza di casi parliamo di dispositivi monouso, la cui efficacia è garantita solo per alcune ore. Al termine dell’intervallo di tempo indicato dalla ditta produttrice, la capacità filtrante della mascherina viene drasticamente ridotta e, per questo motivo, va rimossa e sostituita con una nuova.
I DPI possono essere dotati di valvole di espirazione che, permettendo al fiato di fuoriuscire, rendono più agevole la respirazione. È importante ricordare che gli individui positivi o infetti dal Coronavirus non devono assolutamente indossare mascherine con valvole.
Infine, trattandosi dei dispositivi più efficaci in assoluto nella lotta contro il Covid-19, l’OMS ne raccomanda l’utilizzo da parte del personale sanitario direttamente coinvolto.
Mascherine e Coronavirus: buone pratiche di utilizzo
Le autorità in ambito sanitario ricordano che le mascherine servono a ben poco se utilizzate in modo sbagliato o se non vengono rispettate le norme igieniche raccomandate.
Innanzitutto, bisogna assicurarsi di acquistare soltanto prodotti sicuri e realizzati secondo gli standard definiti dalle normative: occorre quindi controllare che sulla confezione sia riportata la marcatura CE.
Poi, prima di indossarle bisogna lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone o con un gel disinfettante: se maneggiate con le mani sporche, infatti, l’efficacia delle mascherine può risultare compromessa. La mascherina va presa dagli elastici o dai lacci e fissata al capo.
Per funzionare bene, deve aderire perfettamente al volto e coprire naso e bocca.
Quando è ora di rimuoverla, va presa di nuovo dagli elastici (o dai lacci), piegata su se stessa senza toccarne la parte esterna e gettata nel contenitore dell’indifferenziata. Subito dopo, bisogna di nuovo lavare le mani con estrema attenzione.
Quante volte possiamo utilizzare le mascherine per Coronavirus? Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, la maggior parte delle mascherine chirurgiche e dei DPI sono monouso e vanno quindi indossati solo una volta.
Tuttavia, in commercio esistono anche le mascherine Coronavirus riutilizzabili, destinate quindi a più di un utilizzo. Per riconoscerle, occorre verificare che sulla confezione sia riportata le sigla R; nel caso di quelle usa e getta, viene invece indicata la sigla NR.
Infine, le autorità sanitarie raccomandano di affiancare l’uso della mascherina, oltre che a rigorose norme igieniche, anche ad alcuni comportamenti fondamentali come il distanziamento sociale.
Mascherine Coronavirus fai da te: sono efficaci?
La scarsa disponibilità di mascherine per il Coronavirus è stato uno dei principali problemi sorti durante la pandemia. Alla difficoltà nel reperire i preziosi dispositivi c’è chi ha risposto suggerendo le modalità per realizzare in casa la propria mascherina fai da te, magari utilizzando del cotone o del tessuto.
Tuttavia, gli esperti invitano caldamente a diffidare da questi sistemi per il semplice fatto che le mascherine fatte in casa non possiedono alcuna capacità filtrante. Pertanto, non vanno assolutamente indirizzate a un uso professionale o a situazioni a rischio di contagio.
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