Chi è impiegato nel settore edile e in alcuni comparti dell’industria, così come chi per lavoro trascorre ogni giorno diverse ore nel traffico ed è costretto a respirare l’inquinamento delle nostre città, deve assolutamente proteggere le proprie vie respiratorie.
Polveri, ma anche fumi, aerosol, particolati e altre particelle dalle dimensioni molto sottili (anche i virus rientrano in questa categoria) possono, infatti, depositarsi facilmente nei polmoni e, a lungo andare, causare malattie anche molto gravi e, in alcuni casi, mortali.
Tuttavia, è sbagliato pensare che debbano proteggersi solo i lavoratori di settori specifici: quella di indossare adeguate mascherine antipolvere è, infatti, un’accortezza molto importante che è bene prendere anche quando si lavora solo saltuariamente con determinate sostanze, ad esempio quando ci si dedica al bricolage o al fai da te.
Ovviamente, i provvedimenti da adottare non sono sempre gli stessi, ma devono dipendere dal tipo di attività svolta e dalla durata dell’esposizione ai materiali nocivi.
Nello specifico, analizziamo i diversi tipi di mascherine anti polveri e il funzionamento che regola questi dispositivi.
Perché usare una mascherina per polveri
Una mascherina per polveri filtrante è in grado di difendere le vie aeree dell’individuo dall’ingresso di quelle sostanze molto nocive che non è raro dover utilizzare in alcuni reparti industriali, produttivi e nel settore delle costruzioni. Ci riferiamo, in particolare, all’utilizzo di metalli pesanti e materiali cancerogeni e addirittura radioattivi.
In realtà, però, la mascherina consente un’adeguata protezione anche nei confronti dello smog. Inoltre, il dispositivo funziona come strumento di difesa dagli odori fastidiosi tipici di alcuni ambienti di lavoro.
Quando si acquista una mascherina per polveri occorre ricordare alcune cose. Innanzitutto, è davvero importante che la scelta ricada sempre su dispositivi certificati secondo le norme previste e immessi sul mercato da aziende affidabili.
Altra cosa da tenere a mente nella valutazione del dispositivo di protezione individuale più adatto alle proprie esigenze è il tipo di esposizione alle polveri per il quale la mascherina è certificata.
Infine, bisogna utilizzare sempre e solo prodotti integri, che non siano stati a contatto con superfici e oggetti contaminati, e vanno sostituiti non appena la loro capacità filtrante comincia a esaurirsi (in genere, la durata garantita per il funzionamento del dispositivo viene indicata nella confezione).
Vediamo adesso quali sono le mascherine più efficaci da indossare per difendersi dalle polveri.
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Tre modelli di mascherina per polveri
La norma tecnica europea che regola la produzione e il funzionamento delle mascherine filtranti è la EN 149. La stessa norma suddivide tali dispositivi di protezione individuale in tre classi, a seconda della loro capacità filtrante: FFP1, FFP2 e FFP3 (dove la sigla FFP sta per “filtering face piece”, quindi maschera filtrante).
L’utilizzo di queste maschere è previsto e obbligatorio in tutti quegli ambienti e nei luoghi di lavoro nei quali viene superato il valore della concentrazione massima di polveri, fumo e particelle nocive nell’aria.
In particolare, una mascherina per polveri FFP1 è in grado di proteggere le vie aeree dell’individuo da polveri, fumi e liquidi non tossici e possiede una capacità filtrante minima pari all’80%.
Invece, i modelli di maschere filtranti FFP2, molto usati nell’industria chimica, ma anche negli ambienti professionali in cui si utilizzano vernici, resine, pitture e alcuni metalli, possono filtrare fino al 94% minimo.
Infine, i dispositivi di protezione individuale più potenti, ossia i modelli di mascherine FFP3, proteggono le vie aeree dell’individuo con un’efficacia filtrante molto elevata, che raggiunge il 99% di capacità. Le maschere FFP3 sono infatti adatte a chi lavora a contatto con particelle molto sottili e pericolose come quelle dell’amianto o con i virus.
Non a caso, in occasione della pandemia da Covid-19, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato l’utilizzo di mascherine FFP2 e FFP3 a medici, infermieri e in generale a tutto il personale sanitario impegnato ogni giorno nei reparti ospedalieri riservati ai pazienti positivi o infetti dal Coronavirus. L’utilizzo di questi dispositivi, infatti, ben si presta alla difesa dell’organismo di fronte a livelli molto alti di esposizione al virus.
Come usare una mascherina per polveri
È importante conoscere bene il funzionamento di queste maschere prima di indossarle: un utilizzo errato, o la mancanza di attenzione nel maneggiarle potrebbe infatti comprometterne l’efficacia e renderle inutili o, peggio ancora, dannose.
Pertanto, è importante tenere a mente quanto segue quando si sceglie un dispositivo di protezione individuale, qualunque sia il motivo della scelta:
- La mascherina va sempre maneggiata con le mani pulite e deve evitare qualsiasi contatto con superfici e oggetti sporchi o contaminati.
- Va indossata coprendo naso, bocca e mento e lasciando che aderisca ai contorni del viso. Pertanto, chi ha la barba, o chi ha il viso molto piccolo (come i bambini) potrebbe non riuscire a indossarla correttamente.
- Per facilitare la respirazione, ad esempio nel caso di individui con patologie specifiche, è preferibile usare le maschere con valvola. L’importante è che le maschere dotate di valvola non vengano indossate da individui affetti da virus influenzali o trasmissibili attraverso le vie respiratorie (ad esempio il Covid-19).
- Occorre assolutamente rispettare la durata garantita per il funzionamento della mascherina (di solito 8 ore circa) e indicata sulla confezione: trascorso questo tempo, il dispositivo va rimosso e sostituito con uno nuovo.
- Se la mascherina è monouso va usata solo una volta e non deve essere riciclata per utilizzi successivi (anche nel caso in cui sia stata indossata solo per poco tempo).
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