Con l’inizio del mese di maggio siamo entrati nella tanto attesa fase due della pandemia da Covid-19. Tra le novità più discusse apportate da questa nuova fase vi è stata l’introduzione dell’obbligo di indossare le mascherine in tutte quelle situazioni in cui non è possibile mantenere la distanza sociale raccomandata dalle autorità sanitarie. La maggior parte di queste situazioni si concentra, per ovvi motivi, nei luoghi chiusi in cui il rischio di assembramento tra le persone è più alto.
Come capita con qualsiasi nuova abitudine, l’obbligo della mascherina ha notevolmente impensierito un po’ tutti. C’è qualcuno, però, che ha qualche motivo in più rispetto agli altri per guardare al nuovo provvedimento con una certa preoccupazione: in particolare, parliamo degli enti, le istituzioni e le associazioni che si occupano dei diritti delle persone con sordità, nonché i diretti interessati.
Per tutte queste persone, infatti, i dispositivi medici o di protezione individuale che coprono la bocca per limitare la diffusione dei virus rendono impossibile la lettura del labiale e la comunicazione. E purtroppo, la triste conseguenza dell’impossibilità a comunicare è molto spesso l’esclusione sociale.
Ecco perché, negli ultimi mesi, si è fatta sempre più forte la richiesta di introdurre nel mercato nuovi modelli di mascherina per bocca che potessero adattarsi alle esigenze comunicative degli audiolesi.
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Mascherina per bocca e sordità
I numeri parlano chiaro: secondo gli ultimi dati, in Italia nascono ogni anno più di 2.000 bambini con seri problemi di udito. Bambini che, si presume, una volta adulti useranno la lingua dei segni ma anche la lettura del labiale per comunicare con gli altri.
Numeri così importanti impongono una certa considerazione anche in fase di pandemia. Ed è per questo motivo che, persino prima che le mascherine diventassero obbligatorie con la fase due, in tanti si sono mossi in difesa delle persone sorde e hanno iniziato a chiedere a gran voce l’immissione sul mercato di mascherine adeguate ai bisogni degli audiolesi.
Una prima risposta a questa esigenza è arrivata da una studentessa americana che ha avviato la produzione di mascherine trasparenti proprio con l’obiettivo di agevolare le persone sorde. Dispositivi di questo tipo sono indispensabili in tantissime situazioni della vita quotidiana: si pensi alle difficoltà che un audioleso può incontrare anche semplicemente andando a fare la spesa e non riuscendo a capire cosa un commesso potrebbe volergli dire.
In casi come questo, chiedere a qualcuno di abbassare la mascherina per poter leggere il labiale diventerebbe oltretutto pericoloso, in quanto si rischierebbe la diffusione del virus e il contagio.
Proprio per questo motivo, seguendo l’esempio della giovane americana, sono tante le cooperative e le aziende che qui da noi, da Nord a Sud, hanno accolto la richiesta e hanno avviato, dapprima artigianalmente e poi, via via, in modo sempre più strutturato e sistematico, la produzione di modelli di mascherina per bocca adatti alle esigenze di chi deve leggere il labiale.
3 caratteristiche che una mascherina per bocca deve avere
Quali sono le caratteristiche imprescindibili che una mascherina per bocca destinata alle persone sorde deve possedere?
Innanzitutto, affinché la comunicazione possa avvenire in modo corretto è fondamentale che la mascherina sia trasparente. Le mascherine per sordi ideate in America e che molte aziende nostrane stanno replicando possiedono, infatti, la parte anteriore in materiale trasparente (principalmente plastica) che permette di osservare la bocca di chi ci sta parlando. In questo modo, per un individuo audioleso è facile poter leggere il labiale del suo interlocutore e interagire con lui.
In secondo luogo, poi, una mascherina per sordi deve essere in qualche modo traspirante. Questo per evitare che si crei un fastidioso “effetto appannamento” che, rendendo difficoltosa la lettura del labiale, potrebbe compromettere la comunicazione. I normali dispositivi di protezione individuale che tutti abbiamo imparato a conoscere in occasione dell’emergenza Covid-19, sono dotati, in alcuni casi, di una valvola di espirazione. Questa, favorendo la fuoriuscita del fiato dalla maschera, evita che si creino sia la condensa all’interno e sia il fastidioso appannamento degli occhiali del portatore. La valvola migliora infatti sia la qualità della respirazione e sia il comfort del portatore.
Una soluzione come questa eviterebbe anche l’appannamento della parte in plastica delle mascherine per bocca destinate alle persone sorde.
Ancora, pur essendo realizzata con accortezze e materiali diversi dagli altri dispositivi, è importante che anche una mascherina per bocca trasparente sia assolutamente sicura e certificata secondo standard rigorosi e precisi, come avviene per gli altri dispositivi. In questo modo, si è certi di avere in mano un prodotto che, non solo garantisce uno scambio comunicativo efficace, ma assicura anche la difesa della salute sia di chi la indossa e sia di chi gli sta vicino. Inoltre, sarebbe il caso che le mascherine di questo tipo non venissero penalizzate da un costo superiore a quello degli altri modelli presenti sul mercato.
Infine, è assodato che anche per questi tipi di mascherina per bocca, seppure siano destinati a un target specifico e più limitato di utenti, rimangono valide anche tutte le altre caratteristiche e funzionalità garantite dai modelli più diffusi.
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