Non bisogna dare per scontato che tutti conoscano la differenza tra disinfettante e igienizzante mani . I due termini hanno spesso generato confusione, soprattutto negli ultimi mesi quando, a causa dell’emergenza sanitaria mondiale tuttora in corso, sono stati usati spesso senza distinzione come fossero interscambiabili.
In realtà, come vedremo in questo articolo, una differenza tra i due termini c’è, nonostante spesso le aziende produttrici di igienizzanti e disinfettanti siano le prime a confonderne i significati o usarli in modo fuorviante.
Tuttavia, data l’importanza della questione, anche indipendentemente dalla situazione legata alla pandemia da Covid-19, è bene che i consumatori sappiano districarsi e imparino a utilizzare correttamente e nel contesto giusto i prodotti presenti sul mercato.
In particolare, quei prodotti riguardanti la cura del corpo e la protezione contro germi e batteri nocivi che, a lungo andare, possono rivelarsi nemici pericolosi e veicoli di infezioni.
Quale differenza tra igienizzante e disinfettante?
Prima ancora che dagli ingredienti o gli ambiti di utilizzo che contraddistinguono i vari prodotti in commercio, il concetto di igienizzazione viene distinto da quello di disinfezione dalla legge.
La normativa italiana, infatti, scinde tutte le attività di pulizia necessarie a rimuovere lo sporco o la polvere da ambienti, oggetti e superfici, dalle attività di disinfestazione messe in atto per contrastare i parassiti e l’accumulo di agenti infettivi potenzialmente nocivi per l’essere umano.
Allo stesso modo, bisogna distinguere i prodotti igienizzanti dai disinfettanti, in quanto possiedono delle caratteristiche molto diverse. Vediamo più da vicino in cosa consiste la differenza tra igienizzante e disinfettante.
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Igienizzare o disinfettare?
Detersione, igienizzazione, disinfezione, sanificazione: i termini sono tanti ed è molto facile far confusione.
Partiamo dal primo gradino della scala, ossia la “detersione”: questa indica la normale pulizia dallo sporco, ossia le pratiche quotidiane di igiene personale per le quali necessitiamo di saponi, del latte e delle creme detergenti o degli oli. Detergere il viso significa sostanzialmente rimuovere le impurità, o il sudore, dalla pelle.
Traslando il significato al campo domestico, “detergere” i mobili di casa significa pulire la polvere o la sporcizia accumulate nel tempo con una spugna e un detersivo apposito.
Facciamo un passo avanti e parliamo di igienizzazione. Questa indica un tipo di pulizia molto più profonda, volta ad eliminare gran parte dei germi.
Per fare ancora meglio, e arrivare a distruggere il 99.9% dei germi nocivi, quindi quasi l’assoluta totalità, occorre disinfettare. È importante farlo in determinate situazioni, per evitare che i microrganismi patogeni pericolosi per la salute si accumulino ed entrino in contatto con le nostre mucose o le nostre vie respiratorie.
Una differenza importante tra igienizzanti e disinfettanti sta nel fatto che i prodotti disinfettanti sono presenti in commercio con la dicitura “Presidio Medico Chirurgico”, come previsto dal Ministero della Salute. Gli igienizzanti non sono riconosciuti come presidi medico chirurgici ma rientrano nella sfera dei cosmetici: potranno anche rimuovere dei germi ma il loro principale obiettivo rimane quello di pulire in profondità.
Per questo motivo, non possono essere considerati presidi medico chirurgici e non possono riportare la relativa dicitura nella confezione. La loro attività contro i microrganismi patogeni può esistere ma, di fatto, non è garantita o riconosciuta dalla legge.
I disinfettanti, invece, nascono per essere in primo luogo germicidi. Per rimuovere lo sporco è sempre meglio detergere che disinfettare: ad esempio, dopo aver fatto sport o dopo aver preso i mezzi pubblici e prima di mangiare, è sempre preferibile innanzitutto lavare le mani con acqua e sapone e poi, se necessario, applicare anche un prodotto disinfettante.
È importante sapere che i disinfettanti, per essere efficaci e non risultare addirittura controproducenti, non vanno diluiti in nessun modo e neppure miscelati con altri prodotti. Prima di usarli è sempre bene leggere le istruzioni riportate sull’etichetta.
Infine, arriviamo all’ultimo gradino della scala. Dopo la disinfezione esiste, infatti, un livello ancora più alto che è rappresentato dalla sterilizzazione.
Questa comporta l’eliminazione del 100% degli agenti patogeni e viene effettuata solo in situazioni particolari, ad esempio in ambito ospedaliero (quindi in sala operatoria) o nel settore alimentare (pensiamo ai metodi di conservazione e confezionamento dei cibi). Ovviamente, non può farla chiunque ma deve essere eseguita sempre da personale competente.
Cosa vuol dire sanificare?
Un discorso leggermente diverso riguarda il termine “sanificare” che, come gli altri già descritti in questo articolo, ultimamente abbiamo sentito ripetere molto spesso.
La sanificazione è un processo che si riferisce alla pulizia di ambienti, macchinari e superfici, ed è applicato per lo più in ambito professionale (facciamo riferimento sempre all’industria alimentare o al campo medico).
Si tratta di una disinfezione più accurata (che però non è ancora una sterilizzazione) che avviene tramite prodotti chimici ed è volta alla riduzione di virus, batteri e funghi. Per contrastare la diffusione del Covid-19, la sanificazione di ambienti e superfici avviene soprattutto all’aperto mediante l’uso di candeggina.
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