Come abbiamo già sottolineato più volte negli articoli precedenti pubblicati sul blog, le mascherine FFP2 e FFP3, in virtù delle loro numerose caratteristiche, sono i dispositivi più efficaci nella lotta contro il Coronavirus.
Oggi scopriremo come funzionano, come usarle e, soprattutto, mostreremo come siano in grado di fornire una protezione adeguata non solo contro i virus ma anche contro diverse particelle altrettanto nocive. Non a caso, le mascherine FFP2 e FFP3, altrimenti dette maschere facciali o dispositivi di protezione individuali, vengono utilizzate in diversi contesti industriali e produttivi.
Tuttavia, è importante ricordare che non basta dotarsi di una mascherina per proteggersi. Oltre a indossarla correttamente, infatti, occorre seguire le norme di comportamento dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute e una corretta igiene delle mani.
Mascherine FFP2 e FFP3: cosa sono e a cosa servono
Partiamo dalla definizione. Le maschere FFP (dall’inglese “Filtering Facepiece Particles”) sono dei dispositivi facciali filtranti contro le particelle. Vanno usate in ambienti dove il tasso di ossigeno supera il 17% e funzionano contro particolati, polveri, fumi e agenti patogeni.
Le principali differenze tra i modelli FFP2 e i modelli FFP3 sono rappresentate dalla capacità di filtraggio della maschera e dalla perdita verso l’interno. Da questi valori deriva il fatto che, durante l’emergenza sanitaria del Covid-19, mentre le FFP2 sono raccomandate a chi è esposto a un rischio medio-basso (quindi il personale sanitario che assiste pazienti positivi o che sono ritenuti tali), le mascherine FFP3 sono indicate per chi va incontro a livelli di esposizione molto alti (ad esempio, il personale sanitario che assiste pazienti malati o potenziali tali).
Entrambe queste tipologie di mascherine devono essere certificate secondo la norma EN 149, che stabilisce requisiti molto stretti ai quali i prodotti devono rispondere per garantire la protezione dichiarata ed essere immessi sul mercato.
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Mascherine FFP2
Le mascherine FFP2 sono fatte per filtrare almeno il 94% di particolati, polveri e altre particelle nocive per la salute che si trovano nell’aria. Inoltre, prevedono una perdita totale verso l’interno al massimo del 11%.
Questi dispositivi sono in grado di filtrare particelle di dimensioni fino a 0,6 micron. Proprio perché proteggono le vie aeree dell’individuo da sostanze e fumi pericolosi, che possono causare disturbi e malattie respiratorie anche molto gravi, queste maschere sono utilizzate in settori come il metallurgico e il minerario, oltre che il medico-sanitario.
Non solo: tali mascherine, infatti, sono in grado di offrire protezione anche contro gli agenti inquinanti con i quali veniamo a contatto quando ci troviamo nel traffico urbano.
Mascherine FFP3
Le maschere facciali FFP3 possiedono una capacità filtrante ancora più elevata delle FFP2. Sono, infatti, in grado di filtrare fino al 99% delle particelle nocive presenti nell’aria di dimensioni di 0,6 micron. La perdita totale all’interno di queste maschere non supera il 5%.
Le mascherine FFP3 proteggono quindi l’individuo da polveri sottili, fumi, nebbie e microrganismi patogeni come virus e batteri. Inoltre, rappresentano la soluzione più efficace contro gli agenti inquinanti presenti nel normale contesto urbano.
Questo fa sì che, oltre a essere indicate per il personale sanitario ad alto rischio esposizione e per chi lavora in settori industriali potenzialmente pericolosi come quello chimico, vengano raccomandate anche a chi svolge un lavoro che porta a stare diverse ore a contatto con il traffico cittadino.
Mascherine FFP2 e FFP3 senza valvola
Le mascherine FFP2 e FFP3 possono essere dotate di valvola di espirazione. Questa non incide sulla potenza filtrante del dispositivo ma serve a dare maggiore comfort a chi la indossa.
La valvola, infatti, permettendo al fiato di uscire dalla mascherina, evita la formazione di umidità all’interno e, cosa non da poco, previene il fastidioso appannamento degli occhiali. Inoltre, rende più agevole la respirazione.
Tuttavia, nell’ottica di ridurre la diffusione di virus come il Coronavirus, si raccomanda alle persone positive, malate o potenziali tali di non indossare assolutamente dispositivi dotati di valvola.
Questo perché, assieme al fiato potrebbero fuoriuscire anche goccioline di saliva contenenti agenti virali come, appunto, il Coronavirus.
Mascherine FFP2 e FFP3: monouso o riutilizzabili?
La stragrande maggioranza di mascherine FFP2 e FFP3 in commercio sono monouso, quindi vanno gettate subito dopo esser state rimosse dal viso. Tuttavia, è possibile trovarne alcune riutilizzabili. Ma come facciamo a capire se si tratta di prodotti usa e getta o di prodotti che possono essere usati più volte?
Per capirlo basta dare un’occhiata alla confezione del dispositivo: occorre, infatti, verificare che siano indicate le lettere NR (non riutilizzabile) o la lettera R (riutilizzabile). Tuttavia, tutte le mascherine vanno gettate dopo essere state impiegate in ambienti ad alto rischio di contagio da Covid-19.
Allo stesso modo, i dispositivi che risultano danneggiati o sporchi non vanno indossati, in quanto la loro efficacia potrebbe risultare compromessa.
La durata della mascherina monouso dipende dall’uso che se ne fa, dall’esposizione cui si va incontro e anche dal tipo di dispositivo stesso: solitamente, le mascherine FFP2 e FFP3 hanno una durata massima di 8 ore. Ma, a questo proposito, si raccomanda di seguire sempre le indicazioni fornite dalla ditta produttrice.
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