Quali sono i rischi dopo ore e ore di utilizzo?
Di recente abbiamo visto manifestarsi la necessità di contenere i contagi soprattutto all’interno del sistema scolastico, luogo all’interno del quale si riuniscono quotidianamente decine di bambini e ragazzi per svariate ore.
Il decreto legge in materia di modalità e svolgimento delle attività educative introduce l’obbligo di indossare le mascherine FFP2 per i soggetti maggiori di 6 anni, al fine di contenere i contagi.
E qui viene il bello. Le mascherine FFP2 per bambini non esistono. Perché? Le FFP2 sono pericolose per i bambini? Quali sono i rischi che corrono dopo ore di utilizzo?
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La norma.
Con il decreto legge n. 5 del 4 Febbraio 2022, in vigore dal 5 Febbraio, vengono introdotte nuove misure in materia di modalità e svolgimento delle attività educative, scolastiche e formative. In particolare, si punta a gestire la crisi pandemica e arginare la diffusione dei contagi.
Nel dettaglio, la norma regola i comportamenti da attuare in caso di conoscenza di casi di positività all’interno delle classi.
Per quanto riguarda il sistema integrato 0-6 di educazione ed istruzione, la norma prevede la sospensione delle attività in presenza al 5° caso accertato, mentre fino al 4° impone l’utilizzo delle mascherine FFP2 da parte del personale docente fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso.
Nel sistema di educazione ed istruzione primaria, le attività didattiche proseguono in presenza fino al 4° caso accertato, con l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 per i docenti e gli alunni che abbiano superato il 6° anno di età, fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato.
Dal 5° caso in poi, le disposizioni da adottare variano a seconda della situazione vaccinale individuale degli alunni. Per coloro i quali abbiano concluso il ciclo vaccinale, ricevuto la dose di richiamo o siano guariti dal Covid da meno di 120 gg, l’attività potrà proseguire in presenza con l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 per gli alunni maggiori di 6 anni e per i docenti, mentre per gli altri le attività si svolgeranno in didattica digitale integrata per 5 gg.
Discorso simile per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Con un caso di positività accertato, le attività proseguiranno in presenza, con l’obbligo per tutti di indossare la mascherina FFP2 fino a 10 gg dalla conoscenza dell’ultimo caso accertato.
Con più di un caso invece, gli studenti che hanno concluso il ciclo vaccinale, ricevuto una dose di richiamo o sono guariti da meno di 120 gg potranno continuare a frequentare in presenza, mentre per gli altri le attività scolastiche si svolgeranno in didattica digitale integrata.
La contraddizione.
Con l’introduzione di queste novità, si è immediatamente palesata una faccenda che, seppur banale, ha messo in difficoltà molte persone. I genitori si sono visti obbligati ad applicare una norma, che di fatto non va di pari passo con le caratteristiche fisiche delle mascherine in questione. Le FFP2 infatti, esistono solo per adulti. Per meglio dire, esiste la possibilità di scegliere tra due taglie, nessuna delle quali però omologata per bambini.
La norma EN 149:2001 + A1:2009, che impone gli standard di certificazione delle mascherine FFP2, prevede test qualitativi che vengono eseguiti su popolazione adulta in ambito lavorativo.
Anche il segretario nazionale Federfarma Roberto Tobia si è espresso in merito, affermando che le FFP2 per bambini non esistono. Si tratterebbe infatti di mascherine FFP2 small, pensate quindi per adulti col viso più piccolo.
A livello europeo infatti, non esistono mascherine FFP2 a uso pediatrico, omologate per bambini.
Sarebbe utile, in questo contesto, pensare di introdurre dei nuovi standard, che possano testare le mascherine sui bambini, come è stato fatto in Cina, per esempio. Con lo standard 38880, sono stati introdotti 21 test specifici per mascherine pensate per utenti da 6 a 14 anni.
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Lo studio è stato ritirato.
Dopo aver scoperto che non esistono mascherine FFP2 ad uso pediatrico, è stato quasi automatico porsi dei dubbi sulle conseguenze che l’utilizzo prolungato di questi dispositivi potesse avere su soggetti così giovani, dal momento che non esistono studi in merito.
Complice di questo fenomeno, anche il diffondersi di articoli scientifici, che presentavano le ipotetiche conseguenze negative sulla salute dei più piccoli.
In particolare, parliamo di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Jama Pediatrics, che sembrava porre l’accento sui livelli di anidride carbonica trattenuta dal dispositivo e di conseguenza inalata e messa in circolo nel sangue dei bambini durante l’utilizzo.
Gli autori dello studio sostenevano che simili livelli di CO2 esponessero i bambini al rischio di ipercapnia, causando diversi disturbi, tra i quali un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, mal di testa, stato confusionale e nei casi più gravi anche perdita di coscienza.
La falla consiste nel fatto che tali conseguenze siano semplicemente inferite e non documentate. I ricercatori infatti non hanno effettuato alcun tipo di analisi su campioni di sangue dei volontari per verificare gli effettivi livelli di CO2.
L’articolo è stato successivamente ritirato a causa di errori metodologici e incertezza sulla validità dei risultati, delle conclusioni e delle potenziali implicazioni per la salute pubblica.
In conclusione.
Le nuove norme hanno evidenziato ancora una volta quanto possa essere difficile gestire la situazione in cui il mondo versa ormai da due anni.
Adeguarsi a nuove regole non è sempre facile e porta con sé dubbi ed incertezze, specialmente quando si parla di salute pubblica.
In questo clima di confusione e disorientamento generale, non stupisce quanto possa essere stato semplice diffondere notizie, talvolta senza fondamento, minando ancor di più il fragile equilibrio che si sta cercando di mantenere.
Alla luce degli studi effettuati, non sono stati dimostrati possibili effetti collaterali causati dall’utilizzo prolungato delle mascherine FFP2, le quali, ricordiamo, vanno cambiate ogni 6/8 ore, lasso di tempo comunque inferiore alla durata media della giornata scolastica.