Vuoi sapere come riconoscere le mascherine lavabili certificate? Qui chiarimenti e dritte.
In seguito ai nuovi decreti legge da un po’ di tempo l’utilizzo delle mascherine antivirus è diventato obbligatorio anche durante la quotidianità, sia nei luoghi chiusi che all’aperto.
Questa scelta ha comportato un brusco aumento del consumo di mascherine usa e getta, che sono certamente efficaci per prevenire i contagi, ma costituiscono allo stesso tempo un pericolo per l’ambiente in fatto di inquinamento.
In questo senso, sia per questioni etiche, sia per un discorso economico e di stile, tante persone hanno iniziato ad optare per l’utilizzo delle mascherine in tessuto.
Ma le mascherine riutilizzabili in tessuto sono tutte uguali?
Decisamente no!
In questo articolo ti spieghiamo perché dovresti utilizzare solo mascherine lavabili certificate e come riconoscerle.
Accessori moda o strumento preventivo? Chiarimenti sulle mascherine lavabili.
L’argomento sulla sicurezza delle mascherine lavabili è sempre molto dibattuto, nonostante le mascherine di comunità siano state approvate anche dal Ministro della Salute.
I motivi di queste polemiche sono giustificati dal fatto che tante persone realizzano le mascherine in stoffa autonomamente, senza tenere conto dei criteri di sicurezza, che sono l’elemento chiave per poter considerare le mascherine uno strumento efficace o meno.
In effetti in questo senso sarebbe meglio non sottovalutare la questione.
Se l’epidemia è tanto seria da dover costringere tante attività a chiudere, perché sulle mascherine non vengono fatti maggiori controlli?
Quello che siamo costretti ad indossare ogni giorno è un accessorio o uno strumento preventivo?
Fortunatamente a riguardo esiste una via di mezzo. Le mascherine per il coronavirus lavabili possono essere considerate efficaci e utili per prevenire i contagi da coronavirus durante la quotidianità, ma a patto che siano certificate.
Infatti la certificazione è l’unico documento in grado di dimostrare se le mascherine indossate possano proteggere o meno naso e bocca da virus e batteri aerodispersi.
Naturalmente le certificazioni possono essere rilasciate solo in seguito ad accurati test di laboratorio, realizzati secondo le norme vigenti in materia.
Quindi va bene utilizzare mascherine colorate, ecologiche e personalizzate, ma a patto che possano essere considerate una reale garanzia dal punto di vista delle protezione e della sicurezza.
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Mascherine lavabili certificate: parametri per riconoscerle.
Dopo aver chiarito che le mascherina antiallergica lavabile certificata, assieme alla classica usa e getta, può essere considerate un valido strumento di prevenzione, sorge spontanea una domanda:
“Come posso riconoscere una mascherina riutilizzabile a norma?”
La risposta sta nella certificazione.
Le maschere protettive riutilizzabili, per ottenere un certificazione di sicurezza e qualità, devono essere prodotte e testate secondo degli standard ben precisi.
Ecco di quali si tratta:
- Filtrazione.
Per essere considerate efficaci, le mascherine antibatteriche lavabili devono essere conformi allo standard EN 14683-2019 per efficienza di filtrazione batterica (BFE) 95% - Sicurezza dei prodotti tessili.
I materiali con cui vengono realizzate le mascherine riutilizzabili dovrebbero essere testati per sicurezza e biocompatibilità. Ad esempio lo standard OEKO-TEX, se rispettato, garantisce l’assenza di coloranti tossici, metalli pesanti e pesticidi nei tessuti utilizzati. - Impermeabilità.
Virus e batteri per muoversi nell’aria spesso e volentieri si legano a microparticelle di saliva, chiamate droplets. Per questo motivo per essere considerate efficaci, le mascherine in tessuto dovrebbero avere anche delle proprietà idrorepellenti. - Resistenza ai lavaggi.
Prima di essere immesse nel mercato, le mascherine lavabili certificate vengono testate anche per quanto riguarda la resistenza ai lavaggi. Infatti l’utilizzo di acqua e detersivo, sia a mano che in latrice, può consumare i tessuti. Questi test servono per indicare al consumatore quante volte è possibile lavare la mascherina e in che modo, per continuare ad essere protetto.
Se i produttori possono dimostrare di aver rispettato tutti questi standard, le mascherine possono ottenere la certificazione (che verrà stampata sulla confezione o sull’etichetta del prodotto) e possono essere considerate degli strumenti a norma, validi per prevenire i contagi da coronavirus.
Differenza tra mascherine lavabili certificate e mascherine usa e getta.
Ora sai come riconoscere le mascherine antiallergiche lavabili sicure da quelle prive di certificazione, ma c’è da chiarire un altro punto.
Se alcune categorie di mascherine riutilizzabili in stoffa sono realmente efficaci per prevenire i contatti di naso e bocca con virus e batteri, possono essere sostituite a quelle usa e getta?
In realtà questo discorso può essere fatto soltanto in relazione ai contesti di utilizzo.
Durante la quotidianità, nei contesti meno rischiosi, le mascherine in stoffa possono essere sostituite o alternate alle mascherine chirurgiche, ma nei contesti più rischiosi la scelta migliore rimangono le mascherine antivirus DPI.
Infatti sia nei contesti medico-ospedalieri, che nei casi in cui potresti entrare a contatto con soggetti contagiosi o col sistema immunitario compromesso, è meglio utilizzare le protezioni più potenti, in grado di filtrare sia l’aria in entrata che in uscita: stiamo parlando delle mascherine FFP2, FFP3 e KN95.
Tra i facciali filtranti appena citati, le mascherine FFP3 sono le più performanti, infatti riescono a filtrare fino al 98% degli agenti patogeni presenti nell’aria, mentre mascherine KN95 e FFP2 sono equivalenti e hanno un potere di filtrazione fino al 95%.
Anche per quanto riguarda queste categorie di mascherine, se vuoi essere certo di proteggerti realmente, assicurati di indossare esclusivamente prodotti dotati di certificazione.
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In conclusione.
Come hai potuto leggere in questo articolo le certificazioni sono imprescindibili se vuoi essere certo di proteggerti realmente in ogni contesto, sia se utilizzi mascherine lavabili che usa e getta.
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