Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria del Coronavirus si è fatta molta confusione tra i vari dispositivi in grado di proteggere dal contagio.
In particolare, non tutti conoscono il funzionamento e il corretto utilizzo delle mascherine chirurgiche e delle maschere filtranti. Ma soprattutto, in pochi conoscono le differenze che ci sono tra le mascherine monouso e quelle lavabili (riutilizzabili).
In realtà, è molto importante sapere come funzionano e in cosa si distinguono queste due tipologie di prodotti, in quanto da questo dipende gran parte della loro efficacia e dunque la loro capacità di difenderci dal virus.
In questo articolo facciamo quindi chiarezza, illustrando vantaggi e svantaggi di entrambe le due categorie di mascherine.
I diversi tipi di mascherine
Prima di passare alle differenze tra mascherine monouso e mascherine lavabili, riassumiamo le tipologie di dispositivi presenti sul mercato. Distinguiamo:
- Mascherine semplici: utilizzate in diversi settori aziendali, ma non pensate per l’ambito sanitario. Non possiedono capacità filtrante, non necessitano quindi di marcatura CE e non sono tenute a rispettare le norme previste per gli altri dispositivi.
- Mascherine chirurgiche: si tratta di dispositivi medici realizzati in tessuto non tessuto. Tra i requisiti che devono soddisfare, c’è la capacità di trattenere la fuoriuscita di goccioline di saliva e altri materiali organici. Sono pensati per il settore sanitario, non proteggono chi le indossa ma gli altri.
- Maschere filtranti: sono i dispositivi di protezione individuale, pensati per proteggere chi le indossa dall’inalazione di virus, agenti inquinanti e polveri sottili. A seconda della capacità filtrante si distinguono in FFP1, FFP2 e mascherine FFP3. Devono riportare la marcatura CE e sottostare a criteri rigorosi di produzione e realizzazione.
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L’utilizzo delle mascherine monouso
La maggior parte delle mascherine chirurgiche e delle maschere filtranti presenti in commercio sono monouso. Pertanto, per funzionare bene, vanno gettate subito dopo l’utilizzo e non vanno assolutamente riciclate.
L’efficacia delle mascherine usa e getta è garantita per poche ore (si va all’incirca da un minimo di tre a un massimo di otto ore, a seconda dei modelli). Trascorso questo tempo, continuare a indossarle potrebbe aumentare il rischio di contagio.
Dato che sul mercato sono presenti anche le mascherine riutilizzabili, le aziende produttrici sono tenute per legge a specificare se si tratta di prodotti di questo tipo (riportando la lettera R) o se si tratta di monouso (NR).
Le riutilizzabili, però, se non usate correttamente rischiano di essere veicolo di contagio. Pertanto, se non si ha molta esperienza con l’uso e il maneggiamento di questi dispositivi è caldamente consigliato l’acquisto di mascherine monouso.
Da un po’ di tempo a questa parte, in rete sono comparsi diversi suggerimenti “casalinghi” e tutorial per la sanificazione fai da te delle mascherine monouso. Questo, a causa soprattutto della scarsa reperibilità di questi dispositivi a seguito dell’esplosione della pandemia da Covid-19.
Tuttavia, tali procedimenti di sanificazione non hanno alcuna evidenza scientifica. Disinfettare la mascherina nel forno, lavarla con detergenti e soluzioni idroalcoliche o lasciarla asciugare all’aria aperta, come suggerito da alcuni di questi tutorial, rischierebbe solo di danneggiarla, comprometterne la capacità filtrante e renderne l’utilizzo controproducente.
A chi acquista mascherine monouso si raccomanda di leggere attentamente il foglietto illustrativo e attenersi esclusivamente alle indicazioni fornite riguardo il funzionamento, l’utilizzo e le norme igieniche da seguire. Prima di indossare e dopo aver rimosso la maschera, infatti, bisogna lavarsi le mani con acqua e sapone o gel idroalcolico per almeno 40 secondi.
L’utilizzo delle mascherine lavabili
Da quando le autorità sanitarie hanno comunicato l’utilità delle mascherine nel fronteggiare la lotta al Covid-19, è emersa la difficoltà nel reperire questi dispositivi.
È così che molte aziende del settore tessile e non solo hanno riconvertito la loro produzione dedicandosi a questa nuova necessità e lanciando sul mercato diverse tipologie di mascherine.
Molte di queste presentano fantasie colorate, divertenti e decisamente “alla moda”, seguendo quindi uno stile molto diverso da quello dei classici dispositivi di protezione individuale.
Inoltre, molte persone si sono date al fai da te, cucendo e realizzando in casa le proprie mascherine lavabili in semplice tessuto.
Occorre precisare, però, che le mascherine lavabili non offrono assolutamente lo stesso grado di protezione delle chirurgiche e di quelle filtranti. Coprendo naso e bocca possono in qualche modo contenere il contagio limitando le possibilità che una persona malata infetti le altre. Ma visto che non possiedono alcuna capacità filtrante, non sono affatto in grado di proteggere chi le indossa dall’inalazione di agenti patogeni e inquinanti.
Le mascherine lavabili in tessuto non tessuto possono essere lavate in lavatrice a 90 gradi, ma anche su questo si raccomanda di seguire attentamente le istruzioni fornite dall’azienda produttrice.
Conclusioni: è meglio usare mascherine monouso o mascherine lavabili?
Come abbiamo visto, il principale svantaggio delle mascherine monouso si lega alla loro durata molto breve e alla necessità di doversi rifornire continuamente nel periodo dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, se utilizzati correttamente, questi dispositivi possono garantire una protezione alta ed efficace dai virus sia per chi li indossa e sia per le altre persone (a seconda dei modelli).
Le mascherine lavabili possono risultare più comode perché possono essere lavate e riutilizzate. Inoltre, sono esteticamente più gradevoli da indossare. Tuttavia, hanno il grosso svantaggio di poter fornire una protezione molto ridotta. Rischiano quindi di risultare del tutto inutili nel contrastare la diffusione di virus come il Covid-19.
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