Le mascherine trasparenti, la cui parte anteriore lascia in bella vista labbra e bocca, rappresentano un’ottima soluzione per le persone affette da sordità o da riduzioni gravi dell’udito che devono poter leggere il labiale per interagire.
Possiamo immaginare la condizione disagevole nella quale questi soggetti hanno vissuto la pandemia da Covid-19 e il relativo isolamento. Un disagio legato non solo alle difficoltà di comprensione ma anche, e soprattutto, a quelle di comunicazione.
Come può, infatti, una persona sorda capire quello che gli viene detto da chi indossa sul viso uno dei tanti dispositivi di protezione individuali – come le mascherine con filtro – che coprono naso e bocca rendendo, così, impossible la lettura del labiale? Pensiamo a situazioni come fare la spesa al supermercato, oppure ai controlli frequenti messi in atto nelle ultime settimane dalla polizia e dalla protezione civile.
Tutto questo ci fa capire quanto sia fondamentale non solo provvedere alla sicurezza di queste persone, ma anche andare incontro alle loro esigenze comunicative. In tempi di pandemia, una risposta a tali bisogni può arrivare dall’utilizzo delle mascherine trasparenti che permettono la lettura del labiale.
L’importanza delle mascherine trasparenti per chi ha problemi di udito
Secondo dati recenti forniti dalle associazioni di settore, l’Italia conta circa 5 milioni di persone che soffrono di riduzione dell’udito. Inoltre, ogni anno, nel nostro paese nascono circa 2.000 bambini gravemente audiolesi.
Con l’intento di rispondere ai bisogni comunicativi di queste persone in tempo di Coronavirus, si sono fatte largo diverse realtà che chiedono, a gran voce, che venga avviata la produzione di mascherine trasparenti. Una richiesta partita dai consumatori, raccolta da associazioni e enti che si occupano di persone con problemi di sordità e giunta fino ai reparti di produzione di alcune aziende. Scopriamo quindi a che punto siamo.
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Mascherine trasparenti per sordi: l’idea di una studentessa americana
Il tema è balzato all’attenzione di tutti quando, agli inizi di aprile, Ashley Lawrence, giovane studentessa americana, ha dato vita al DHH Project, ossia “Deaf and hard of hearing project” (progetto per persone sorde e con problemi di udito).
L’idea di Ashley vede la realizzazione di mascherine trasparenti che, avendo la parte anteriore in plastica, permettono di leggere il labiale senza fatica.
Tutto è iniziato quando la studentessa ha pubblicato sui suoi profili social una foto che mostra lei e la sua mamma con indosso due mascherine fatte in casa. La foto ha riscosso così tanto successo e interesse che ha spinto Ashley ad aprire una raccolta fondi per finanziare la produzione di mascherine trasparenti da fornire gratuitamente a chi farà richiesta.
La campagna ha raggiunto il suo obiettivo in poche ore, cosa che ha permesso alla giovane di mettersi subito al lavoro per realizzare i dispositivi.
Maschere di questo tipo, secondo la studentessa, sono infatti fondamentali per coloro che per comunicare hanno necessità di leggere il labiale e osservare le espressioni facciali. E dato che si tratta di oggetti ancora poco diffusi, ma molto richiesti, la ragazza ha pensato bene di dare il suo contributo all’emergenza sanitaria in corso.
La produzione di mascherine trasparenti in Italia
Anche in Italia si sta cercando di assecondare la necessità di produrre le mascherine trasparenti per semplificare la vita delle persone audiolese. Nelle ultime settimane, infatti, diverse aziende nostrane si sono messe all’opera per realizzare i primi prototipi.
Non si tratta di mascherine conformi o certificate, come quelle usate in ambito sanitario, ma tuttavia parliamo di strumenti che possono decisamente aiutare le persone sorde ad affrontare questo periodo di crisi.
Le prime realtà che si sono attivate sono cooperative e associazioni del territorio che, dopo aver raccolto le testimonianze e le richieste di persone con forti problemi di udito, hanno deciso di convertire le loro precedenti produzioni o di dedicarsi per la prima volta alla realizzazione di mascherine trasparenti.
Oltre alle associazioni, su impulso di enti e istituzioni, anche alcune aziende hanno inziato a fare ricerca e a sperimentare possibili modelli di mascherine trasparenti per sordomuti.
Al momento, sembrerebbe che uno dei materiali più adatti alla produzione sia un pvc trasparente che non si appanna con il fiato. Sono in corso ulteriori test che, ci auguriamo, possano condurre presto alla realizzazione dei modelli.
Cos’è la lingua dei segni (LIS) utilizzata dalle persone sorde
Per capire come mai l’utilizzo delle mascherine trasparenti sarebbe davvero importante per le persone sorde chiariamo in cosa consiste la lingua dei segni (LIS).
Si tratta di una lingua complessa al pari delle altre, con un proprio sistema codificato di gesti, espressioni facciali e movimenti del corpo. Ogni LIS ha il suo sistema di segni: quella parlata dalla comunità di audiolesi e dalle persone con ridotta capacità uditiva in Italia è diversa, ad esempio, dalla lingua dei segni inglese.
Non parliamo, quindi, di una lingua universale: lo stesso segno può assumere significati diversi a seconda del paese in cui è utilizzato.
Allo stesso modo, si tratta di lingue che possiedono le proprie regole sintattiche, grammaticali e persino i propri modi di dire.
Alle persone sorde non basta saper decifrare i gesti per comunicare tra loro. La LIS, infatti, si basa su diversi parametri manuali del segno, come il movimento, l’orientamento, la configurazione del gesto, e parametri non manuali, come la postura e le espressioni facciali. Queste, in particolare, sono fondamentali: minuscoli movimenti degli occhi, della bocca o persino delle sopracciglia possono avere significare cose diverse.
Ecco perché è auspicabile il ricorso a mascherine trasparenti che permettano di scorgere anche il più piccolo movimento del viso, oltre che di leggere il labiale.
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